Sabato, 10 Marzo 2018 15:15

POESIA: IL CALICE DELLA VITA

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LA POESIA ONTOLOGICA DI PARIDE POLIDORO. ALLA RICERCA DELLA VERITA' DELL'ESSERE.

IL CALICE DELLA VITA

La rinascita è come l’ombra improvvisa

di quest’alba che mi inonda

e ci inonda nei corpi nella mente

e nelle arterie del pensiero furente.

 

Eppure arrivo con forza verso la meta

dove la notte ho espresso il desiderio vivo

di arrivare con il calice della vita

questa vita ora come non mai viva e fiorita.

 

Sui campi della perenne pace

come l’apoteosi di tutto il pensiero antico

chiuso tra il ricordo

e l’istante in cui porgo le braccia al tuo

sorriso.

 

Sorriso di aquila fermatasi un istante

a respirare il candore e l’ebbrezza di un lungo silenzio

tra il canto della chimera perduta

e il vino acetato dal mistico e lungo riposo.

 

Ora chiama l’aquila

l’aquila della libertà

verso la sua rinascita

verso la rinascita nell’oblio e nel sogno

reso più reale e strutturato

tra il fiore sbocciato nella gioia

e l’ape misteriosa

che fugge impaurita verso il canto dell’infinito

e verso le nubi della preghiera del guerriero

ferito

 

Ecco la rinascita della nostra

ricostruzione dei sensi

come il balbettare del bimbo

perso nella prima coscienza

e del suo mattino;

ed ora corre il germe di un veloce peregrinare

della stella sfinita e staccata dal cielo

dalle mani impotenti ma ferme

verso il germogliare

ancora vivo di una pace finita

e ritrovata

mentre ancora tu ed io

arriviamo sul luogo della gioia e del nostro riposo.

 

Grande e lungo riposo

come la nascita del senso di esistere.

 

Lontano

con gli spilli

che le legano alle foglie

dell’albero possente

le mie piccole muse

gridano di dolore

e tanto forte

che svegliano

l’anima della signora Donovan.

Un’anima abituata

alla bella vita

arrossata con il rosso

della dolce anguria

la cui polpa

l’ha rimpinzata

e si è riposata

su amache di notte

che le mani di mister Donovan

hanno intrecciato

con le mani del bosco

della tristezza.

 

Ora la signora Donovan

può mettere il cappello

che il signor Donovan

gli regalò l’anno scorso

e che non ha mai messo

perché avvoltoi

che gracchiavano da mattina

a sera

rosicchiavano la seta.

 

Ma ora escono

e  tutti hanno invidia

di quel cappello.

 

Camminano per le strade:

“ Charles, devi avere il

braccio più rilassato,

Madonna, non si può così !”

 

L’anima legata

alle foglie

comincia a cantare

la nenia della loro morte.

 

Tramonta il sole

iperboliche corone

astratte

cingono la testa del

mondo

e loro vanno.

Vanno.

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