Sabato, 14 Marzo 2020 16:01

IO, STUDENTE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

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IL CONTRIBUTO DI FRANCESCA DELLA ROCCA DEL 5° B TURISMO

Non ho mai pensato potesse accadere tutto questo.

Nessuno di noi pensava di dover rimanere chiuso in casa e aspettare che i giorni, le settimane passassero con la speranza che un’epidemia del genere finisse al più presto. Siamo soliti pensare alla giornata, a cosa faremo oggi, a cosa mangeremo, a quali brutte notizie cambieranno inevitabilmente il nostro umore. Si sa, la maggior parte di noi, tende a pensare in modo negativo quasi sempre. O almeno questo penso io.

Tendiamo a non accorgerci delle cose belle e delle persone che ci amano, che ci circondano. Poiché diamo tutto per scontato. Il loro amore, la vita in generale.

Ebbene, in questo periodo non si dà nulla per scontato. Tutti gli adolescenti sono desiderosi di uscire il prima possibile di casa, poiché si sentono rinchiusi e viene tolto loro il diritto di essere liberi, e sono tutti obbligati, o meglio, scelgono di seguire il loro buon senso e cercano di andare avanti, restando a casa e rispettando le normative.

O almeno questo è quello che faccio io.

Non mi è mai pesato il fatto di restare a casa e rinunciare ad uscire qualche sabato sera o domenica pomeriggio. Molte volte ho rinunciato perché dovevo studiare, ma la maggior parte delle volte non sento il bisogno di uscire. Sento che tutto quello di cui ho bisogno è a casa mia, accanto alla mia famiglia e accanto al mio fidanzato.

Ma in questo periodo non si tratta di scegliere di propria volontà. Si tratta di rispettare le regole, in modo che la situazione possa migliorare di giorno in giorno, anche se questo significa non uscire per settimane.

Restando a casa, passo il tempo a leggere, guardare serie televisive, studiare per cercare di rimanere al passo con il programma. E certe volte, come al mio solito, mi soffermo a pensare. Penso che penso troppo.

Penso a quanto mi manca stare con i miei amici, divertirmi e ridere con loro, a quanto mi manca l’affetto dei miei parenti, della mia grande ma allo stesso tempo piccola famiglia.

I messaggi, le videochiamate non bastano. Non mi basta sentire le loro voci. Sento di essere distante da tutti, non solo letteralmente.

Allo stesso tempo penso che lo sto facendo per loro, perché io non sono preoccupata per me stessa, ma per tutte le persone a cui voglio bene.

Certo, è difficile stare senza di loro.

Ma passerà, so che passerà.

All’inizio nessuno pensava si potesse trattare di una cosa seria. Eravamo abbastanza sicuri che fosse un’influenza, magari più aggressiva delle altre, ma che sarebbe durata poco. Eravamo tutti tranquilli quando uscivamo di casa. Vivevamo normalmente.

 A mano a mano, quando abbiamo iniziato a vedere la facilità con cui si trasmette il Coronavirus, abbiamo capito la gravità della situazione.

Oggi, 13 marzo ’20, noi ragazzi del quinto anno avremmo dovuto festeggiare i 100 giorni mancanti alla maturità. Non è stato possibile, ovviamente. Ma ci ritroviamo comunque uniti, tutti insieme, a pensare e a sperare che tutto questo passi presto.

Non so cosa farò al ritorno alla normalità.

Penso di riabbracciare tutti e di dire a tutti quelli che mi amano quanto sono fortunata ad averli al mio fianco. È questo che dobbiamo fare durante questo periodo infelice, renderci conto di ciò che abbiamo, e di quanto siamo fortunati, partendo dalle piccole cose!

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