Alla fine di Aprile 2017 mentre sto leggendo un quotidiano mi salta agli occhi la notizia che dal mese di maggio fino al mese di ottobre di quell’anno, presso il Victoria & Albert Museum a Londra sarà aperta la mostra sui Pink Floyd dal titolo Their Mortal Remains (letteralmente ‘I loro resti mortali’).
Dopo aver visto l’anno prima quella su David Bowie al MaMbo (Museo di Arte Moderna) di Bologna, mostra gestita sempre dal museo londinese, la voglia di andare a vederla è immediata. Penso anche di coinvolgere in questa ‘pazzia’ due miei carissimi amici e colleghi di scuola con i quali ho condiviso negli ultimi 15 anni esperienze lavorative bellissime. Però, so già che, pur essendo anche loro appassionati di musica, la proposta di un viaggio di un giorno andata e ritorno, solo per la mostra, difficilmente verrà accettata.
Ed infatti la proposta mi viene bocciata. Ma ho già in mente la chiave per ottenere il loro sì.
Qualche giorno prima dell’inizio degli esami di maturità torno alla carica e, essendo stato appena pubblicato il calendario della Premier League, propongo di andare alla mostra e di unire al viaggio anche la visione di una partita del campionato inglese. L’asso nella manica funziona ed ottengo il loro sì.
Decidiamo di fare due giorni e scegliamo le date del 18-19 agosto con rientro il 20 a mattina. Venerdì 18 riservato per la mostra e sabato 19 riservato per il big match Tottenham-Chelsea che si gioca a Wembley poiché il White Hart Lane degli Spurs lo stanno ricostruendo e le gare casalinghe del Tottenham si giocano nella cattedrale del calcio inglese.
A metà luglio abbiamo già i biglietti per tutto e il 18 agosto mattina si parte per questa due giorni londinese.
Arriviamo al V. & A. Museum tre quarti d’ora prima dell’orario da noi prenotato per la mostra ed io mi sento come un bambino al quale hanno regalato il giocattolo che desidera da sempre.
Ci immergiamo tra la folla che sta entrando e tutto ‘trasuda’ riguardo questa mitica band britannica chiamata Pink Floyd.
Dentro, in ogni sala ci sono i ‘loro resti mortali’ e capisco il perché di questo titolo. Mi torna in mente, improvvisamente, il concetto di immortalità del Foscolo. Sono i “resti” di tutto ciò che hanno fatto, realizzato ed utilizzato per rendere immortali i loro album e le loro canzoni. Per rendere immortali se stessi attraverso la loro Arte. C’è di tutto. Video, foto, divise, disegni, strumenti utilizzati per i concerti, chitarre di David Gilmour, bassi elettrici di Roger Waters rigorosamente chiusi a chiave. Finalmente faccio la conoscenza da vicino con il Mini moog che Richard Wright utilizza per gli effetti speciali e con le sue tastiere. C’è Algie, il “maiale volante” dell’album Animals, album i cui brani rappresentano una critica contro la società capitalistica, chiaro riferimento alla “Fattoria degli animali” di George Orwell.
E poi foto, spartiti originali scritti a mano, scaletta dei concerti sempre scritta a mano. E tantissimo altro ancora. Insomma una full immersion di circa tre ore che ti proietta nel mondo fantastico e psichedelico dei Pink Floyd e delle loro idee musicali.
Il giro finisce in un’enorme ed oscura sala rettangolare dove le persone si fermano estasiate. Sulla parete tutt’intorno campeggiano e si susseguono le immagini dei Pink Floyd che eseguono Comfortably Numb. E lì ci sentiamo come se fossimo ad un concerto dal vivo, come se fossimo sdraiati su un prato di notte ad ascoltarli mentre suonano.
Siamo avvolti letteralmente dalla musica. Tanti sono sdraiati veramente per terra e ci sediamo anche noi.
Rimaniamo lì per godere della bellezza del momento fino alla fine. E quando usciamo la sensazione è di aver partecipato ad un evento unico, entusiasmante: la sublimazione terrena dei “resti mortali” dei Pink Floyd.
Their Mortal Remains - Pink Floyd
https://pinkfloydexhibition.com/
P.S. Solo per dovere di cronaca: Tottenham - Chelsea 1-2