1840, Frederic Moreau, studente di 18 anni, su un battello che lo riporta alla sua città natale si innamora della signora Arnoux, sposata. Questo momento lo segnerà per sempre, anche se questa passione non passerà mai alla fase carnale. I due si rincontreranno 27 anni dopo e lei concederà a lui di averlo corrisposto pur non avendogli ceduto. Intanto, Frederic torna a vivere in provincia in una precaria situazione economica e, poi, a Parigi, grazie ad una inaspettata eredità. Qui frequenta Rosanette, una donna facile, da cui avrà un bambino che morirà. Ha poi una relazione con la vedova di un losco banchiere. Il romanzo descrive la vita mondana di quei tempi. Alla fine è con il suo amico di infanzia che Frederic trarrà l’ultima lezione della loro “educazione sentimentale”: nulla vale i ricordi e le illusione dell'adolescenza.
La struttura del romanzo non è di facile interpretazione ad una prima lettura: sembra una semplice successione di scene. Forse per questo il romanzo inizialmente non ebbe molto successo. “L’educazione sentimentale” è il romanzo di una giovinezza intesa come immaturità permanente. È il romanzo del borghese che vuole apparire aristocratico. È il romanzo di un personaggio eternamente insoddisfatto che corre appresso alla ricchezza, ma ha un grande vuoto dentro. E alla fine non può far altro che constatare il proprio fallimento.
Il personaggio del romanzo può essere accostato ad alcuni giovani di oggi che sembrano avere sempre tempo e la possibilità di perderlo; a quei giovani per i quali la vita è prodiga di possibilità, ma scelgono l'impossibile, fino a che si rendono conto che non si è costruito niente, che il tempo è passato e rimangono solo il rimpianto e la disillusione.
Gustave, Flaubert, “L'educazione sentimentale", 1992, Milano, Feltrinelli, pp. 426, € 3.99