Mercoledì, 24 Gennaio 2024 20:00

DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE. UNA EMERGENZA GENERAZIONALE

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SONO 3.6 MILIONI LE PERSONE CHE IN ITALIA SOFFRONO DI DCA

In questa nostra epoca accadono cose di cui intuiamo la gravità, ma rispetto alle quali non facciamo mai abbastanza e a volte le mettiamo in un angolo e le sottovalutiamo. A volte queste cose riguardano i giovani. I nostri ragazzi, figli, studenti.

Una di queste cose ha un nome: Dca, disturbo del comportamento alimentare. In questa definizione rientrano malattie quali l'anoressia, la bulimia e il disturbo da alimentazione incontrollata, il binge eating. Il buco nero di cui sono vittime le giovani generazioni è possibile illuminarlo grazie ai dati messi a disposizione dal Campus Bio-Medico di Roma. Nel nostro paese le malattie del comportamento alimentare riguardano 3,6 milioni di persone e sono in considerevole aumento visto che nel 2022, il periodo post covid, ci sono stati 1,4 milioni di nuovi casi. I disturbi alimentari iniziano a colpire a partire dagli 8 anni di età e sono molto diffusi tra i 14 e i 17 anni. In crescita tra i maschi. Il 20% dei casi in questa fascia di età. Un altro 20% riguarda gli under 14. Poi ci sono gli altri e soprattutto le altre. Le ragazze.

Ma il dato, sempre riferito al 2022, che davvero colpisce come un pugno allo stomaco è che a causa di Dca sono morti 3780 ragazzi. 3780 giovani vite stroncate da anoressia, bulimia o per una compulsione alimentare che spinge a ingurgitare senza alcun controllo grandi quantità di cibo.

A chi di mestiere fa l'insegnante capita di accorgersi che un suo studente ha qualcosa che non va. Lo percepisce e lo vede perché condivide con lui una parte della sua quotidianità. Giorno dopo giorno. Anno dopo anno. Lo vede crescere, cambiare. A volte i ragazzi si aprono, comunicano i loro problemi. O sono i compagni di classe che lanciano l'allarme. Quando succede si cerca di parlare con i genitori, di affrontare l'argomento, di portare consapevolezza con lezioni di educazione alimentare, sui corretti stili di vita. Perché a scuola si affrontano questi problemi e questi argomenti. Fanno parte del curricolo di Educazione civica o delle attività extracurricolari. La scuola può educare, fare prevenzione, segnalare i casi. Ma non basta, non basta mai, perché le malattie del disturbo alimentare hanno diverse cause, una profonda complessità che include anche il ruolo dei social che possono diffondere modelli negativi, pericolose emulazioni. Malattie culturalmente correlate le chiamano e per affrontarle serve una rete dalle maglie fitte e resistenti. Serve una assistenza territoriale che non è attualmente sufficiente rispetto alla gravità del problema. In tutta Italia ci sono 126 strutture specializzate per il trattamento dei disturbi alimentari. 63 sono al nord, 23 al centro e 40 al sud comprese le isole. Nel Lazio ce ne sono solo 8. Davvero troppo poche quando i disturbi del comportamento alimentare rappresentano la seconda causa di morte per le ragazze tra i 12 e i 17 anni. Per una malattia sulla quale si deve intervenire subito, entro il primo anno dal suo apparire, la rete di protezione ha le maglie troppo larghe per poter salvare molti ragazzi e aiutare le loro famiglie.

Una buona notizia è che le malattie del disturbo alimentare sono state dichiarate una categoria patologica specifica e non più una generica malattia psichiatrica. Inoltre, il previsto taglio dei fondi per affrontare questo problema non si è verificato e sono stati stanziati 50 milioni per il 2024 e 200 per il 2025. Forse non basteranno per spegnere la sirena dell'allarme sui disturbi alimentari, come titolano molti quotidiani. Intanto, auguriamoci che aumenti la consapevolezza su questa patologia su cui si concentrerà l'attenzione il 15 marzo, giornata nazionale del fiocchetto lilla dedicata ai disturbi del comportamento alimentare.

Letto 494 volte Ultima modifica Mercoledì, 24 Gennaio 2024 20:08
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