Sono profondamente addolorato per la perdita di Ettore Mo, un mentore e ispiratore straordinario nel campo del giornalismo. Ettore è stato una figura eccezionale nel nostro settore e ha lasciato un’impronta indelebile nella mia vita. La sua passione per la narrazione e il suo insegnamento: “bisogna essere sul posto per raccontare” mi hanno ispirato da quando lessi “Sporche Guerre ” un libro ancora attualissimo che ci insegna tanto sul presente: rimuovere le guerre lontane come se non esistessero non è mai la scelta giusta.
Ricordo le sue parole sagge e il modo in cui ha sempre incoraggiato il giornalismo di qualità esortando a partire, a vedere e raccontare. Ha insegnato a molte persone, me incluso, l’importanza di cercare la verità dove accadono i fatti, uscendo dalla redazione e raccontandola con integrità. Il suo impegno per la ricerca accurata e l’approfondimento delle storie è stato un faro per tutti noi.
Mentre rifletto sulla sua eredità, mi rendo conto che dobbiamo onorare il suo lavoro continuando a perseguire la verità, ad affrontare le sfide con determinazione e a raccontare storie che cambiano il mondo. Ettore Mo ci ha insegnato che il giornalismo è una missione nobile e che dobbiamo farlo con passione e responsabilità ma sopratutto che dobbiamo esserci, per poter raccontare.
Grazie, Ettore, per essere stato un ispiratore e un amico, anche se ti ho potuto conoscere solo attraverso i tuoi libri ed articoli. Il tuo spirito vivrà sempre attraverso le storie che raccontiamo e le suole delle scarpe che consumeremo esplorando e raccontando il mondo.
*Renato Reggiani è direttore del periodico online UNIVERSINET.IT