Le città italiane, si sa, sono molto antiche. Dunque, spesso, ogni città ne contiene altre. Terracina non sfugge a questa caratteristica.
Noi, studenti della classe 1^ A Turismo dell’I.T.S. A. Bianchini, abbiamo visitato, con la magnifica guida del Dott. Venceslao Grossi, Presidente dell’Archeo Club, la Terracina Volsco Romana seguendo a piedi un percorso di 12 tappe della lunghezza totale di 1,5 km.
All’inizio del percorso, a piazza del Municipio, abbiamo appreso tutte le notizie riguardanti la nascita della città volsca, nel quinto secolo a.c., e della conquista romana nel quarto secolo a.c.
PORTA ALBINA
I volsci arrivarono nel territorio di Terracina provenendo dalla bassa Umbria. Inizialmente fondarono dei villaggi. La loro economia era di tipo agro silvo pastorale. Nel corso del quinto secolo a.c. fondarono sul versante roccioso di Monte S. Angelo una città circondata da mura in cui vivevano 4000 persone. Nella città vi era una organizzazione politica e militare. Vennero fondati anche dei luoghi dove celebrare i culti religiosi. Nel 406 a.c. i Romani conquistarono la città.
Oggi, possiamo renderci conto di quella che era la città volsca percorrendo un itinerario in dodici tappe.
PORTA NUOVA
Dopo Piazza Municipio ecco la seconda tappa. LE MURA IN OPERA POLIGONALE DI PRIMA MANIERA
Le prime mura costruite dai volsci sono alte 6 metri e spesse 2 metri. Esse sono osservabili nei pressi di piazza Domitilla, e sono di fattura irregolare.
Terza Tappa. PORTA ALBINA
Chiamata così perché rivolta verso l’alba, quindi verso il lato orientale. Viene chiamata anche Levina, cioè da levante. All’ingresso troviamo due leoni funerari. Questa porta venne costruita alla fine del 700, ma venne demolita pochi anni dopo per costruire la via di S. Francesco e per ampliare le strade della città.
Quarta tappa. PRIMO TORNANTE DELLA VIA APPIA
Nel quarto secolo a.c. la via principale venne ricalcata dalla via appia. Abbiamo il primo tornante con la curva a gomito. Sotto questa strada c’è un precipizio con alcuni resti della città. La collina di S. Francesco venne completamente protetta da una cinta di quarta maniera di opera poligonale e inoltre fin dalle origini la collina di S. Francesco divenne la zona più alta della città.
Quinta Tappa. SECONDO TORNANTE DELLA VIA APPIA
Sempre nel corso del quarto secolo a.c. la strada si adattò alla forma della collina a nord. Nel sottosuolo ci sono ancora gli antichi basoli bianchi. Nel medioevo, questa via, assunse il nome di via S. Francesco per il convento che si trova tuttora nella zona.
PRIMO TORNANTE DELLA VIA APPIA SAN FRANCESCO
Sesta Tappa. ACROPOLI DELLA CITTÀ VOLSCA
Essa si trovava a 60m sul livello del mare. L’acropoli risale al quinto secolo e in età volsca sorgeva nel sito dove attualmente è situato il vecchio ospedale di Terracina.
Settima Tappa. LA PORTA NORD DELLA CITTÀ VOLSCA
La seconda porta che incontriamo nella cinta muraria volsca si trova a 73 m sul livello del mare. Sono ancora visibili i resti della cinta muraria poligonale di prima maniera. Qui iniziava la città da nord est fino a PORTA MAGGIORE.
Ottava tappa. PORTA NUOVA
Questa è una porta di età medievale, del tredicesimo secolo d.c., ma nel sito c’era una precedente porta romana. Siamo su via Anxur. L’attuale porta medievale è ancora integra. Lo spessore delle mura è di 2 m.
Nona tappa. VIA DELLE MURA CASTELLANE
Risalgono al quinto secolo d.c. Sopra la cinta muraria antica venne costruita dai romani la cinta muraria tardo antica per difendere la città dai saccheggi dei barbari. Gli antichi camminamenti posti sopra le mura difensive della città furono per molto tempo servitù militare. Fu Papa Pio Sesto a deciderne la smilitarizzazione facendo dell’antico camminamento difensivo una via di uso comune. Le torri che corredano le mura castellane superano i 15 metri di altezza. Tra una torre e l’altra ci sono 45 metri. Esse sono in opus vittatum, cioè opera vittata con delle palme simbolo di vittoria.
Decima tappa. PORTA MAGGIORE
In epoca volsca era la porta più importante della città, sostituita dalla porta romana edificata con una struttura ad imbuto, ancora ben visibile.
Undicesima tappa
PORTA SECONDARIA DI POSTERULA
Risalente al quinto secolo. Il suo nome significa piccola porta ed è costruita sui resti della porta volsca. Essa è l’unica porta meridionale, posta a sud della città e si trova sul bastione di posterula. Questa porta ha dato vita alla santa chiesa di Santa Maria in posterula.
Dodicesima tappa. GRANDE BASTIONE DI POSTERULA
Questa sezione delle mura, posta nella parte sottostante di porta posterula, è visibile accedendo al Parco Oasi, ed è un’opera poligonale di terza maniera del quarto secolo a.c. La parte superiore è vittata e risale al quinto secolo d.c. Questo tratto di mura è lungo ben quaranta metri ed arriva fino a Piazza Domitilla.
Anche se della antica cerchia di mura di epoca volsca restano solo alcuni tratti, perché esse sono state sormontate dalle costruzioni romane, il tragitto che abbiamo compiuto è stato molto interessante e crediamo che esso sia propedeutico per accostarsi ad una conoscenza più approfondita della nostra città e delle successive epoche che l’hanno caratterizzata.
Bisogna solo predisporsi ad ascoltare l’eco del passato che ci giunge dalle antiche pietre.
Classe 1 A Turismo A.S. 2021/22
Avagliano Sara, Buttafoco Angela, De Marchis Isabella, De Meo Gabriele, Della Nova Ester, Lauretti Francesca, Mancini Beatrice, Maragoni Giorgia, Maragoni Lena, Mauri Angelica, Meo Alessia, Mihyar Yasmine, Morfeo Nicole, Norcia Laura, Pizzimenti Melissa, Sacchetti Federico, Saccone Matyas, Tempesta Elisa, Vallese Viola.