Ci sono ricordi che con il passare degli anni riemergono improvvisamente nella testa e spesso questo riemergere è collegato all’ascolto di un brano musicale. E’ in quel momento che la mente apre le “finestre temporali” che ti riportano improvvisamente indietro nel tempo.
Ricordo ancora, come fosse oggi, quando mi arrivò una lettera insieme ad un pacchetto dal mio amico (e compagno di banco alle superiori) che in quel momento stava facendo il militare nel ‘profondo Nord’. Era il 1984. Avevo 19 anni. Non c’erano telefonini, messaggi, videochiamate. A quel tempo esistevano solo fogli bianchi; e penne con le quali riempire quei fogli dei tuoi sentimenti.
Nel pacchetto c’era una musicassetta, da lui registrata, che mi mandava ‘...perché dovevo assolutamente ascoltarli. Sono troppo forti. Non possono non piacerti.....’.
Apro il pacchetto, sfilo la musicassetta, e mentre sto leggendo il mio libro di Economia Politica che da lì a poco avrei sostenuto come esame all’università, vengo inondato dalla voce fantastica e dal rock ‘caldo e lento’ dell’album Gold Ballads degli Scorpions. L’album è una compilation delle cinque più belle ‘ballate’ pubblicate dal gruppo dal 1979 fino a quel momento.
Ovviamente gli Scorpions sono una bella scoperta per me e la musicassetta si ‘consuma’ nello stereo della macchina a forza di girare. Decido anche di comprare il vinile (a cui poi seguirà il CD) che da allora è con me e che rispolvero quando mi viene voglia di un certo tipo di ‘passato’.
Gli Scorpions diventano una delle mie tante colonne sonore di quegli anni e Klaus Meine, vocal leader del gruppo, regalerà di lì a poco a tutti noi un’altra grandissima power ballad di grande impatto. La canzone a cui si ispirano i cambiamenti politici di fine ‘80 e inizio ‘90 del secolo scorso quando in Europa cade la ‘Cortina di Ferro’.
La canzone è Wind of Change che diventa un inno alla libertà in quel periodo e, musicalmente parlando, il singolo più venduto all’estero, suonato e cantato da un gruppo proveniente dalla Germania.
L’idea per il brano nasce durante il tour di presentazione legato al decimo album prodotto in studio nel 1988 dalla band.
Dal tour, che prevede numerose tappe anche nella ex URSS e durante le quali quasi quattrocentomila fan sovietici assistono ai concerti, Klaus Meine tira fuori dal cilindro l’idea di un brano che evidenzi il cambiamento in atto e la voglia dei giovani sovietici, in quel momento completamente presi ed immersi nella “Perestrojka” e nella “Glasnost” gorbacioviana, di voler “… essere parte del resto del mondo”(come dichiarò qualche anno dopo).
E’ così che nel settembre 1989, poco prima della caduta del Muro di Berlino avvenuta nel novembre dello stesso anno, il brano prende vita e verrà pubblicato, come quarta traccia del lato A dell’album Crazy World nel novembre del 1990, e come singolo nel gennaio 1991.
Consacrando il “vento di cambiamento” che si andava realizzando in quel periodo e che sarebbe auspicabile ancor più oggi a causa, invece, dei “venti di guerra” che hanno ricominciato a spirare, da un po’ di tempo a questa parte, nella nostra cara, vecchia Europa.
Scorpions - Wind of Change
https://m.youtube.com/watch?v=n4RjJKxsamQ