Nel mondo della musica esistono infinite storie legate agli album, alle loro copertine o agli stessi cantanti. Storie che spesso “scivolano” nella leggenda. E quella legata alla figura del cantautore Sixto Rodriguez è assolutamente curiosa e merita di essere raccontata.
Sixto Rodríguez (chiamato Sixto perché sesto in ordine di nascita) è figlio di un immigrato messicano e vive a Detroit.
Nato nel 1942, lavora come operaio nell’industria automobilistica, simbolo della città, e nel 1967, a 25 anni, pubblica il suo primo singolo che passa praticamente inosservato nel panorama musicale americano. Viene “scoperto” casualmente, passati tre anni dall’uscita del primo singolo, in un locale alla periferia di Detroit dal produttore di una casa discografica, la Sussex Records, che lo mette sotto contratto. Pubblica per questa etichetta due album: Cold Fact, nel 1970 e Coming from Reality, nel 1971, album nei quali parla soprattutto delle condizioni della classe operaia del suo Paese. Ma, ancora una volta, il mercato non lo premia tanto che la casa discografica decide di rescindere il contratto proprio mentre Sixto sta scrivendo il terzo album e ciò provoca a lui e alla sua famiglia non pochi problemi economici. Ricomincia, quindi, a lavorare come operaio edile in aziende che fanno demolizioni di edifici.
Tuttavia i suoi brani “volano” oltreoceano e, dopo alcuni passaggi nelle radio australiane e neozelandesi, una etichetta musicale di quella parte del mondo acquista i diritti delle sue canzoni (per le quali lui non percepisce nemmeno un dollaro) e, dopo un paio di tour australiani nel 1979 e nel 1981, scompare nuovamente dai radar del mercato musicale tanto che si vocifera che sia morto.
Ma in realtà Sixto torna a lavorare come muratore senza immaginare minimamente che in un’altra parte del mondo, il Sudafrica, lui è diventato un VERO E PROPRIO MITO MUSICALE.
Nonostante la sua musica sia censurata dai segregazionisti, con il passaparola e le musicassette registrate in copia, Cold Fact e Coming from reality diventano il simbolo della lotta contro l’Apartheid. Di questa enorme popolarità, però, lui non sa assolutamente nulla! Come non sanno più nulla di lui i molteplici fans, che lo credono morto suicida su un palco durante un concerto. Fino a quando nel 1998 uno di loro, giornalista musicale, realizza un sito web (The Great Hunt Rodriguez) per cercare sue notizie. Sito in cui si imbatte una delle figlie.
Da qui inizia la sua nuova vita di cantautore con una serie di concerti in Sud Africa durante i quali è acclamato da migliaia di persone. Anche se negli USA la sua musica stenta ancora a decollare.
È solo dal 2012, dopo il trionfo del documentario Searching for Sugar Man (che ha vinto l’Oscar 2013 nella relativa categoria ed è stato trasmesso anche in Italia da Rai 5 nel 2014 e da Sky Arte) che le cose cambiano e la popolarità della sua musica e delle sue canzoni diventa finalmente planetaria.
Sixto ‘Sugar Man’ Rodriguez