Sabato, 10 Marzo 2018 14:13

LA FIGURA DELLA BOTANICA ELISABETTA FIORINI RICORDATA ALL’ITS BIANCHINI

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FESTA DELLA DONNA E INAUGURAZIONE DELLE STEM. INTERVISTA ALL’AUTRICE DI “UNA VITA TRA LE PIANTE”, MARINA MOBILIO. di Melissa Tucci

L’otto Marzo è la Giornata internazionale della donna, ma è anche la data d’avvio al mese delle STEM (acronimo di Science, Technology, Engineering and Mathematics) negli istituti di ogni ordine e grado con l’obiettivo di stimolare le scuole a promuovere, con il supporto di università, enti esterni, associazioni, imprese, attività didattiche legate alle discipline scientifiche.

L’ ITS ARTURO BIANCHINI ha ospitato l’otto marzo, nei locali della biblioteca Achille Beatrice, un evento organizzato dalla F.I.D.A.P.A. di Terracina presieduta dalla Prof.ssa Rossella Poce che ha visto coinvolte diverse classi interessate all’attività di alternanza scuola lavoro: la presentazione della biografia della naturalista e botanica Elisabetta Fiorini “Una vita tra le piante” di cui è autrice Marina Mobilio, la quale è stata anche la relatrice dell’evento.

Abbiamo rivolto alla Prof.ssa Mobilio alcune  domande per conoscere meglio la figura di Elisabetta Fiorini, scienziata nata a Terracina alla fine del diciottesimo secolo, dove trascorse tutta la sua infanzia e lunghi periodi della sua vita.

Professoressa mobilio, ha davvero un significato particolare presentare oggi, 8 marzo, la figura e gli studi di una donna che ha saputo affermare se stessa in un’epoca in cui le donne non si erano ancora liberate da un ruolo di subalternità. Ricordiamo che Elisabetta Fiorini nacque nel 1799 e morì nel 1879.

Si, ha un grande significato in quanto, purtroppo, le donne ancora oggi non si sono affermate come dovrebbero. Non vi è ancora una totale parità, perciò la F.I.D.A.P.A. sta lavorando molto su questo. Elisabetta era una donna un po’ particolare. Nonostante fosse stata una contessa era una persona semplice, ma nello stesso tempo di una forza di volontà e intelligenza straordinarie. Non ha mai potuto laurearsi, ma nell’ambiente scientifico del suo tempo era molto ascoltata. Dalle sue labbra pendevano, letteralmente, moltissimi botanici non solo italiani, ma anche internazionali. Eppure lei era una botanica autodidatta. Dunque si trattava di una donna di grande spessore.

Nel Dizionario biografico Treccani si legge che la Fiorini aveva un carattere serio ed austero derivante dalla sua salute cagionevole, che, comunque, non le impedì di impegnarsi nei suoi studi e di intrattenere rapporti di lavoro intensi e frequenti con molti scienziati del suo tempo. Che tipo di donna fu Elisabetta Fiorini e quale fu l’ambiente scientifico e culturale in cui si affermo?

 Dissento leggermente dal dizionario biografico Treccani, anche se lo ritengo ugualmente molto importante come enciclopedia, perché con gli studi che ho fatto durati ben due anni, in diverse biblioteche, all’Università “La Sapienza” di Roma, ma anche all’ Università di Firenze, ho scoperto che sì, Elisabetta aveva una salute cagionevole, ma solo quando era piccola, poi nel corso degli anni la sua salute andò via via migliorando, anche perché lei, pur abitando prevalentemente, almeno per 6 o 8 mesi, a Roma, veniva sempre a Terracina e il clima le faceva bene. Dunque, era rimasta un po’ cagionevole, però ha vissuto per ben 80 anni. Ma non era questo che le provocava un sua particolare malinconia. Questa era dovuta ad una vita piuttosto dura dal punto di vista degli affetti che le era capitata, ma anche soprattutto dal fatto che, essendo una donna, non aveva quella risonanza che avrebbe dovuto avere e che ancora oggi le donne non hanno in relazione all’importanza dei ruoli che rivestono e dei successi che raggiungono in ogni campo.

La Fiorini, per i suoi meriti scientifici fu socia della Pontificia Accademia dei Lincei, dell’Accademia di Orticoltura di Bruxelles, dell’Accademia dei Georgofili di Firenze e della Scienza di Torino e di molte altre istituzioni. Vuole delinearci la sua figura di studiosa di scienze naturali e di botanica?

Dunque, innanzitutto si interessò alla botanica per caso, proprio a Terracina, dove ritornava di frequente in vacanza con il padre, un uomo di grande cultura che le trasmise la passione per lo studio. L’amore per le piante deriva dalle passeggiate che faceva con il padre. La sua formazione di studiosa di botanica ebbe inizio grazie alle lezioni di un botanico di professione, il quale le fece capire bene quali fossero i principi della botanica. Inoltre, lei conosceva cinque lingue straniere ed era molto portata per la matematica. Quindi, era una intellettuale e scienziata dai molti interessi e attitudini, ma in particolare era amante soprattutto delle piante. A lei dobbiamo degli studi fondamentali sulle briofite (muschi) e su alcune specie di alghe acquatiche.

La Fiorini e Terracina. Quali furono i rapporti con la nostra città?

La Fiorini nacque a Terracina dove visse fino ai dieci anni. Poi fu costretta, a causa dell’occupazione francese, a trasferirsi a Roma. A circa 20 anni trascorreva il suo tempo sia a Roma che a Terracina, ma anche nel resto dell’Italia. Nonostante all’epoca si viaggiasse con le carrozze, lei andava ovunque per tenere dei convegni ed era molto rispettata e molto ammirata.

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