Si chiama Speed Breeding, “Allevamento veloce”, è una tecnica sviluppata dalla NASA per coltivare piante nello spazio, ma può essere usata sulla terra permettendo già oggi 6 raccolti di grano all’anno senza piante Ogm.
Sognare un futuro senza più fame nel mondo ora è forse possibile. Avere sei raccolti di grano o avena in un anno, senza ingegneria genetica, è la magia dello speed-breeding, una tecnica figlia delle ricerche di agricoltura spaziale della NASA e sviluppata e rilasciata “Open Source” dai ricercatori dell’Università Australiana del Queensland. Le piante sono fondamentalmente creature di luce, è infatti con la fotosintesi che producono ossigeno e tutte le sostanze organiche di cui hanno bisogno, carboidrati cioè zuccheri in primis a partire dall’anidride carbonica atmosferica e dall’acqua metabolica. Lo speed-breeding si basa sull’utilizzo dei nuovi LED a basso consumo per agricoltura, o stimolatori di fotosintesi. Parenti lontani delle lampadine a LED che abbiamo in casa ma molto, molto più tecnologici. Si fornisce alle piante una illuminazione costante e su misura, per circa 22 ore al giorno.
Con BioPic.it “Smart urban Farming”, sono 6 anni che testiamo queste tecnologie verificandone le incredibili potenzialità per la crescita urbana e domestica di piante in maniera naturale senza OGM e realizzando mini orti per ristoranti e domestici, usando i risultati degli studi della NASA, del John Innes Centre e dell'Università del Queensland.
In pratica si cerca di ricreare la giornata perfetta, una giornata dove le piante avranno luce per 22 ore e quindi potranno fare fino al triplo della fotosintesi, riposandosi poi per le otto ore successive al buio.
Controllando e monitorando gli altri parametri relativi al suolo, umidità e areazione, è possibile avere già 6 raccolti di grano in un anno.
Questa tecnica è nata da esperimenti paralleli della NASA che ha realizzato un mini orto a LED sulla base spaziale internazionale già nel 2018 e dall’Agenzia spaziale cinese che con la sonda Chang’e 4 è riuscita, per prima a ricreare un sistema “biorigenerativo” sulla superfice lunare e far germogliare al suo interno alcuni semi di arabidopsis e cotone.
Ora che la corte di giustizia europea ha, con una sentenza storica, sancito la assimilazione all’ingegneria genetica anche delle tecniche di “editing genetico” con materiale proveniente da altre piante, questo sistema si potrà rivelare utilissimo anche per proseguire il miglioramento genetico tradizionale delle varietà coltivate in Europa e per l’agricoltura Biologica.
Avere 6 generazioni di grano in un anno permetterà di selezionare molto più velocemente quelle che sono magari più resistenti alle muffe o più veloci a crescere o più adattabili ai cambiamenti climatici.
Prepariamoci a vedere germogliare di nuovo la vita nelle nostre città e nelle nostre case, grazie alla ricerca spaziale e agli stimolatori di fotosintesi sarà possibile coltivare ovunque. Anche in casa.
Renato Reggiani, romano, 49 anni, giornalista scientifico ed esperto di comunicazione ecosostenibile. Ha fondato Biopic “Smart Urban farming e UniversiNet.it, ha il cuore diviso tra l’Italia e l’Olanda dove ha studiato e lavorato a Rotterdam con il programma Erasmus per imprenditori. Inventore e designer ha depositato due brevetti industriali. Ha fondato l’Associazione Frontiere della Comunicazione per insegnare il cinese ai bambini delle scuole elementari italiane. Fulminato sulla via di San Francisco dalla Maker Faire, ha collaborato e curato l’area agricoltura digitale nella MFR2018. Ha collaborato con la facoltà di Scienze della Comunicazione di Roma e il Politecnico di Milano facoltà di Architettura a Piacenza. Premiato a Copenaghen per la Corporate Social Responsibility. Il suo motto è Cambiare il mondo si può, un orto alla volta”.