Lunedì, 31 Luglio 2017 14:45

LA SOSTENIBILITA’ DIVENTA AZIONE EDUCATIVA E FORMATIVA DELLA SCUOLA. FINALMENTE QUALCOSA DI NUOVO ALL’ORIZZONTE.

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L’editoriale di questo mese lo dedichiamo al tema della sostenibilità.

L’editoriale di questo mese lo dedichiamo al tema della sostenibilità. Non solo perché ciò potrebbe essere una giusta e dovuta riflessione sulle iniziative che l’ITS Bianchini ha intrapreso in merito alla diffusione del concetto di sviluppo sostenibile tra gli studenti e i cittadini – dal protocollo d’intesa con la Fondazione Cesaretti che ha dato luogo a diversi progetti realizzati nella scuola nel corso del passato anno scolastico, all’organizzazione del Forum sullo sviluppo sostenibile nell’ambito del Festival nazionale dello sviluppo sostenibile -; ma soprattutto perché la ministra dell’istruzione Franca Fedeli ha presentato nei giorni scorsi il primo “Piano Nazionale per l’Educazione alla Sostenibilità” che recepisce gli obiettivi dell’agenda 2030. Ricordiamo che l’Agenda 2030, sottoscritta dall’ONU, fissa 17 obiettivi da raggiungere per uno sviluppo globale del nostro pianeta che garantisca a tutti l’accesso al cibo, la salute, il benessere e una istruzione di qualità; il raggiungimento della  parità di genere; acqua ed energia pulite e accessibili; la crescita dell’economia e dell’occupazione; la promozione di innovazione e infrastrutture avendo città e comunità sostenibili; la riduzione delle disuguaglianze; la realizzazione di un consumo e una produzione responsabile lottando contro il cambiamento climatico; la tutela della flora e della fauna acquatica e terrestre; l’ottenimento della pace e della giustizia.

Il piano presentato dalla Fedeli si articola in quattro macroaree che riguardano edilizia e ambienti per il raggiungimento dell’efficientamento energetico e di buone pratiche di comportamento; la didattica e la formazione dei docenti per contrastare stereotipi, violenza di genere e disparità, aggiornare le linee guida sull’educazione ambientale e quelle sull’educazione alimentare, formare i docenti neoassunti e quelli in servizio ad una educazione alla sostenibilità; Università e ricerca; informazione e comunicazione per veicolare il concetto di sostenibilità a tutti i cittadini. A queste macroaree corrispondono 20 azioni concrete che hanno lo scopo dichiarato di “trasformare il sistema di istruzione e formazione – dalla scuola al mondo della ricerca – in agente di cambiamento verso un modello di sviluppo sostenibile”. Dunque, la scuola diventa promotrice di iniziative di “sustainability empowerment non solo in una prospettiva di inclusione giovanile, di formazione ad una imprenditorialità diversa e vincente per il futuro, ma anche di affermazione di una cultura della sostenibilità nella città, tra i cittadini e nella classe dirigente, nella politica amministrativa. Ecco il punto. Non si può pensare all’affermazione di modelli economici, di comportamenti, di organizzazione della città e del territorio, di miglioramenti sostanziali del livello di vita e di esistenza di tutti, di difesa e valorizzazione delle risorse naturali e ambientali in chiave di sostenibilità, se non si comprende che bisogna partire dall’educazione, dalla formazione, da un vero e proprio cambio di mentalità e dalla progettualità. In una parola dalla scuola. Da una scuola capace di spostare in avanti il suo compito a beneficio della collettività diventando officina del cambiamento. Come ha affermato Enrico Giovannini, portavoce dell’ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) a proposito del piano annunciato dalla Ministra Fedeli, “Quella di oggi è una piccola grande rivoluzione, che continuerà a funzionare se il coinvolgimento degli studenti diventerà il motore del cambiamento. Questa iniziativa può cambiare il futuro di questo paese quando i giovani capiranno come agire per diventare questo motore.” 

A noi dell’ITS Bianchini di Terracina - scuola dell’inclusività, tra le vincitrici del concorso “Facciamo 17 goal  relativo all’agenda 2030, dell’alternanza scuola lavoro basata sui criteri dello sviluppo sostenibile, dell’informatizzazione, dei corsi STEM, del Forum del 5 maggio “I territori di fronte alla sfida della sostenibilità” -  questa piccola grande rivoluzione non ci coglie impreparati. Anzi, ci scopre come avanguardia del cambiamento che dell’educazione allo sviluppo sostenibile ne ha fatto già una bandiera, un modo di essere della scuola, un asse portante delle attività curricolari ed extracurricolari, una opportunità per comunicare e rapportarsi con il contesto cittadino. A volte accade che le visioni, i progetti realizzati apparentemente in solitudine perché sembra che spostino troppo in avanti l’orizzonte di ciò che è possibile realizzare, ricevano improvvisamente una nuova energia, un ulteriore significato ed una rinnovata utilità. Con il  “Piano Nazionale per l’Educazione alla Sostenibilità” è accaduto.

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