A.I.Phobia, neologism per indicare quella paura irrazionale e immotivata della Intelligenza Artificiale che sta aggredendo intellettuali, ingegneri e intellettuali che vedono a rischio il futuro della loro professione o almeno non ne comprendono a pieno le potenzialità.e diventano più realisti del re, invocando l’insegnamento di una “mistica I.A.” a discapito del Latino, eterno capro espiatorio nella scuola italiana.
Emblematico il titolo di uno dei quotidiani più letti in Italia, che complice una intervista ad un professore di programmazione (che probabilmente non ha mai studiato una parola di latino se non quelle sentite in Harry Potter) invoca: “Basta Latino, insegniamo ChatGPT“! Ma che bella idea! Sembra proprio che non si stia capendo nulla sopratutto tra gli intellettuali di questa quarta rivoluzione industriale e di cosa comporterà.
Le intelligenze artificiali generative, che tanto scompiglio stanno portando e ancora intelligenti veramente non sono, ma forse lo diventeranno, funzionano su base statistica. Si avete capito bene, immagazzinano enormi quantità di dati e poi come un immenso “T9” che usavamo sui vecchi cellulari, provano ad indovinare la parola successiva ed il discorso complessivo e ci riescono sempre meglio.
I ragazzi già usano chat GPT da soli perché risolve problemi, scrive tesine, compila noiosi elenchi e ricerche….. basta vedere i dati pubblicati negli USA e quindi? Inutile rincorrere la tecnologia, potenziamo gli insegnamenti tradizionali, formativi dei vari indirizzi: i ragazzi devono imparare a ragionare, ad avere spirito critico, ad essere creativi.
E’ finita la scuola compilativa, la scuola delle nozioni imparate a memoria: presto avremo assistenti virtuali che appariranno onniscienti. Quello che dobbiamo insegnare ai ragazzi sono i valori, il saper scegliere, la capacità di correggere in base all’obiettivo.
Già oggi OpenAI offre servizi di programmazione tramite CHAT GPT di livello medio equivalenti ad un programmatore junior e corregge migliaia di righe di codice in pochi secondi, è capace di guidarci nella creazione di una APP per device e cellulari. Esistono Intelligenze Artificiali che già sostituiscono il lavoro dei giovani avvocati o architetti, quello che la scuola deve continuare a fare è insegnare a pensare. Non demonizziamo la Intelligenza artificiale ma neppure arrendiamoci senza combattere. Il Latino al classico ed allo scientifico dovrebbero essere potenziati insieme alla filosofia e storia e la matematica. Dobbiamo recuperare nelle scuole superiori materie come musica e Storia dell’Arte che aiuteranno i nostri ragazzi a rimanere superiori alle Intelligenze artificiali grazie alla loro umanità e superiorità di pensiero etico.
Secondo moltissime ricerche gli studenti italiani sono molto bravi rispetto ai coetanei e spesso ottengono posizioni di rilievo nella ricerca universitaria all’estero perché in Italia non offriamo i giusti incentivi economici e possibilità di carriera. Lasciamo fare alla ottima scuola italiana il suo lavoro, aiutiamola e aiutiamo gli studenti ed i loro professori pagandoli di più. Solo questa è la ricetta per non essere in futuro schiacciati dalle prossime Intelligenze artificiali.
*RENATO REGGIANI E' DIRETTORE DI UniversiNet.it