Ecco, ci siamo. L’anno fatidico per la fine della libertà di lettura e il diritto all’esistenza dei libri potrebbe essere arrivato. Per ora in 32 Stati americani e in oltre cinquemila scuole. Tuttavia, visto il tono e i temi del dibattito politico in corso e le modifiche in senso autoritario di alcuni paesi europei, il vento dell’intolleranza e della censura minaccia di giungere ben presto nel nostro continente.
Ray Bradbury ambienta in un imprecisato futuro la storia del suo romanzo più famoso pubblicato nel 1953, “Fahreneith 451”, in cui il numero indica la temperatura alla quale bruciano i libri. Nel futuro distopico raccontato nel romanzo il mondo è governato da una dittatura basata sulla manipolazione dell’informazione e delle coscienze tramite la televisione e la distruzione dei libri che vengono proibiti e bruciati da un reparto di pompieri che hanno il compito non di spegnere gli incendi, ma di eliminare i libri che alcuni resistenti si ostinano a conservare imparandone a memoria il contenuto per salvarlo dalla probabile distruzione.
Nel corso della storia ci sono stati indici dei libri proibiti e roghi di libri appiccati dal potere religioso e politico. Tuttavia, dopo la fine dei regimi totalitari era lecito pensare che le storie relative alla proibizione della libera lettura e circolazione dei libri fossero possibili solo nei romanzi di fantascienza portatori di un messaggio di difesa della libertà per le future generazioni.
Invece, “Pen America”, una libera associazione impegnata nella difesa della libertà di espressione nella letteratura ha di recente pubblicato un rapporto dal quale apprendiamo che negli USA oltre 1500 libri, 1261 autori, 290 illustratori sono stati banditi dalle biblioteche e dalle aule scolastiche. Tra gli illustratori anche il notissimo Art Spiegelman creatore di Maus che racconta l’orrore dell’olocausto, la cui colpa è quella di narrare il campo di sterminio con un linguaggio realistico e raffigurare, sempre a scopo realistico, delle nudità giudicate pornografia.
Di quali libri si tratta? Di tutti quei libri che affrontano i temi del razzismo, i temi Lgbtq o che contengono, per le tematiche trattate, citazioni e riferimenti di natura sessuale. Oppure di libri scritti da autori impegnati nella difesa dei diritti civili e delle libertà individuali. E, naturalmente, le biografie di Martin Luther King, Malcom X e Nelson Mandela.
Così, in molte scuole americane è proibito leggere i libri di una autrice come il premio Nobel Toni Morrison o Murakami o Salinger e libri come Mattatoio 5 di Vonnegut e 1984 di Orwell. Sono stati messi al bando perfino il mite Paulo Coelho e un classico come “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee, in cui l’avvocato Atticus Finch difende un uomo di colore accusato ingiustamente di aver commesso una violenza sessuale. Questo è. Per molti governatori americani riflettere criticamente sui temi del razzismo e del pregiudizio turba e travia le coscienze degli adolescenti.
Per fortuna, come spesso accade grazie all’effetto Streisand, la dinamica per la quale ogni tentativo di nascondere, censurare qualcosa determina l’effetto opposto, molti dei libri messi al bando hanno moltiplicato le vendite e la loro circolazione.
In Italia c'è stato, nel recente passato, un tentativo di mettere al bando alcuni libri dalla biblioteche e dalle aule scolastiche nel Lazio e in Lombardia e a Venezia; tentativo fallito anche grazie all’intervento del Ministro dell’Istruzione De Mauro e alle proteste che ne seguirono.
Nelle nostre scuole vige la libera circolazione delle idee e delle letture e il libro è oggetto di una costante promozione grazie a diverse e lodevoli iniziative che hanno l’intento di incentivare la conoscenza e la riflessione critica sui vari aspetti del nostro tempo. Tuttavia, certi venti soffiano forti e il rischio che divampino i roghi è una minaccia costante nella ciclicità della Storia. Una minaccia che fino ad ora ha sempre avuto una schiera di ravveduti “fireman” alla rovescia, di impavidi Guy Montag a sventarla.