Venerdì, 27 Ottobre 2023 13:58

LE DONNE DAI CAPELLI BIONDI NELLA POESIA MEDIEVALE

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L'AFFERMAZIONE DI UN TOPOS LETTERARIO di GIULIA ROSSI - CLASSE 3^ B TURISMO

Maria di Francia, vissuta in Inghilterra nella seconda metà del XII secolo alla corte di Eleonora d’Aquitania è la più antica e colta poetessa francese, nota per aver composto, tra le altre opere, 12 lais. Il Lais è un tipo di novella sentimentale-cortese, in versi ottosillabi a rima baciata che ha come temi l’amore, la forza motrice del racconto (per lo più si tratta di amori infelici), e il meraviglioso della mitologia celtica.

Nei suoi racconti le donne, che appaiono come fate o esseri umani, sono bellissime e caratterizzate dal colore bianco, il colore del sacro e della luce: “Un prezioso mantello di bianco ermellino, coperto di porpora alessandrina, era posato su di lei per tenerle caldo; il fianco restava tutto scoperto, e così il viso, il collo e il petto: era più bianca del biancospino”! Oppure le sue eroine hanno “il corpo ben fatto, i fianchi stretti, il collo più bianco della neve su un ramo. Gli occhi sono grigio-azzurri, il viso chiarissimo, la bocca gradevole ed il naso regolare, la fronte ampia, i capelli ricciuti e biondissimi, più luminosi dell’oro”.

Qualche decennio dopo Henry de Valenciennes, un altro compositore di lais, scrive nel suo lai d'Aristote:

Amore gli fa di continuo rivedere
il luminoso viso dell’amata,
l’elegante portamento
senza traccia di villania o altra pecca,
la fronte liscia, più chiara del cristallo,
il bel corpo, la bella bocca, i biondi capelli
”.

Certo, i capelli biondi sono sempre stati nel corso della storia sinonimo di bellezza e purezza, perfino di sacralità, ma è nella poesia medievale che la donna dai capelli biondi, comparati allo splendore della luce e dell'oro, trova una vera e propria sublimazione poetica e letteraria.

D'altronde, nel medioevo si prediligevano le donne dal viso pallido, bianco, la fronte ampia, le labbra fini, gli occhi chiari, i capelli molto biondi, di un biondo dorato. Per ottenere tali caratteristiche estetiche le donne dell'epoca usavano la cosmesi. I capelli venivano schiariti miscele di prodotti ed essenze naturali.

Dunque, il colore è un modo per percepire e rappresentare un mondo, una civiltà. In un'epoca come il medioevo, caratterizzato dalla tradizione culturale cristiana, dall'idea che al centro dell'universo c'è Dio, la lucentezza dei colori indica lo “Splendor” ossia la presenza del divino, come scriveva il teologo inglese Roberto Grossatesta.

La lirica provenzale e il Dolce Stil Novo celebrano un modello univoco di bellezza femminile. Le poesie cantano le qualità soprattutto morali della donna che arriva ad avere caratteristiche ideali diventando una figura trascendentale, ultraterrena, mediatrice tra Dio e gli uomini, luminosa. In queste poesie attraverso il colore si celebra il mito della luce. La donna ideale è avvolta da una bellezza che emana spiritualità, ha lunghi capelli biondi raccolti in boccoli o in trecce, gli occhi azzurri e la pelle chiara: essa è una creatura celeste che irradia luminosità e celebra proprio con i suoi colori il mito teologico della luce che irradia ogni cosa e al quale erano attribuite le qualità dello spirito in opposizione al buio, all'inferno, al peccato. L'inferno e il paradiso dove vivono gli angeli che le raffigurazioni dell'epoca mostrano come esseri dai capelli biondi.

Scrive Guido Guinizzelli, considerato l'iniziatore del Dolce Stil Novo: “Viso bianco come la neve, colorato di carminio, occhi lucenti gai, pieni di splendore”. Guido Cavalcanti, l'amico di Dante presenta la donna ideale in veste di pastorella soffermandosi sul colore dei capelli e delle gote: “Bella più di una stella, con i capelli biondi e ricci, gli occhi pieni di amore e la pelle di rosa”.

Non abbiamo notizie dei capelli di Beatrice, l'amata di Dante, ma nel Paradiso la sua immagine è tale da suggerire che avesse i capelli biondi.

Tuttavia, i capelli dorati per eccellenza sono quelli di Laura, la donna celebrata da Petrarca che nel “Canzoniere” scrive: “ Erano i capei d'oro a l'aura sparsi”, simbolo, aggiungiamo noi, di bellezza, di nobiltà d'animo, di unicità.

Perfino la Fiammetta di Boccaccio, che avvia la letteratura italiana alle soglie del medioevo, ha i capelli “crespi, lunghi e d’oro e sopra li candidi e dilicati omeri ricadenti e il viso rotondetto con un color vero di bianchi gigli e di vermiglie rose mescolati tutto splendido, con due occhi in testa che parean d’un falcon pellegrino e con una boccuccia piccolina(...)”.

Non c'è dubbio che nell'ambito della tradizione letteraria medievale l'immagine della donna dai capelli biondi, l'incarnato e gli occhi chiari e luminosi, messaggeri di virtù e di amore, sia un vero e proprio topos letterario.

Letto 362 volte Ultima modifica Lunedì, 30 Ottobre 2023 13:43
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